Percorsi in comunità

La bula da sempre accoglie percorsi alternativi a vari tipi di “pena” in accordo con Tribunale di Parma e Servizi dedicati, per offrire l’opportunità di far percepire e vivere un mondo “altro”, orientato all’accoglienza e al non giudizio. E’ idealistico pensare che in tutti i casi si possa arrivare ad un riscatto o ad una “nuova vita” delle persone aiutate, ma crediamo che sia un modo per vivere il qui e ora, respirando un’altra aria e limitando la permanenza in carcere o, dove si può, evitandola, grazie all’impegno e al lavoro che le persone coinvolte dedicano a noi, in alternativa alla detenzione.
I percorsi sono diversi, così come le procedure e gli interlocutori:
I lavori di pubblica utilità, tramite la convenzione che abbiamo aperto con il Tribunale di Parma, si attivano in casi di:
• violazione del Codice della strada, previsti all’art. 186 comma 9-bis e art. 187 comma 8-bis del d.lgs.285/1992;
• violazione della legge sugli stupefacenti, ai sensi dell’art. 73 comma 5 bis del D.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309;
• obbligo dell’imputato in stato di sospensione del processo e messa alla prova, ai sensi dell’art. 168 – bis del codice penale, introdotto dalla legge 28 aprile 2014 n, 67;
• congiuntamente alla pena dell’arresto o della reclusione domiciliare, ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. i) della legge 28 aprile 2014 n, 67, ancora in attesa della regolamentazione prevista dai decreti legislativi in corso di emanazione;
• obbligo del condannato ammesso alla sospensione condizionale della pena, ai sensi dell’art. 165 codice penale e art. 18 – bis delle Disposizioni di coordinamento e transitorie del codice penale
• modalità di attuazione del programma di trattamento del detenuto ammesso al lavoro all’esterno ai sensi dell’art. 21, comma 4 – ter dell’ordinamento penitenziario introdotto dal decreto legge 1 luglio 2013, n. 78, convertito nella legge n. 94/2014
Nel caso della “messa alla prova”, possono accedere alla misura gli imputati per i reati puniti con la sola pena pecuniaria o con la pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni, sola, congiunta o alternativa alla pena pecuniaria, nonché per i delitti indicati dal comma 2 dell’articolo 550 del c.p.p. Non può essere concessa più di una volta ed è esclusa nei casi in cui l’imputato sia stato dichiarato dal giudice delinquente abituale o per tendenza, ai sensi degli articoli 102, 103, 104, 105 e 108 c. p..
Nel caso dell’ “affidamento al servizio sociale”, può essere definito come il tipo di sanzione penale che consente al condannato di espiare la pena detentiva inflitta, o comunque quella residua, in regime di libertà assistita e controllata. L’applicazione dell’affidamento da un lato fa venir meno ogni rapporto del condannato con l’istituzione carceraria e dall’altro comporta l’instaurarsi di una relazione di tipo collaborativo con l’ufficio di esecuzione penale esterna. A questo fine viene elaborato un programma di trattamento individuale, che declina le attività che il reo dovrà svolgere, gli obblighi e gli impegni cui deve attenersi ed i controlli cui sarà sottoposto. L’esito positivo del periodo di prova, la cui durata coincide con quella della pena da scontare, estingue la pena ed ogni altro effetto penale.
Questi due specifici casi vedono la collaborazione del UEPE di riferimento (Ufficio Esecuzione Penale Esterna)

Ma la bula entra anche nel Carcere di Parma, in collaborazione con i servizi e personale dedicato. Lo ha fatto nel 2008 in occasione di una mostra interattiva rivolta a tutta la città, a cura del Comune di Parma: “Momo. Per educare un fanciullo serve un intero villaggio”.
E lo ha fatto recentemente, nel 2018, in collaborazione con il Consorzio Solidarietà Sociale con il progetto BULAbirinto, condotto da soci volontari della cooperativa.
In questi casi è la falegnameria de la bula che entra fra le mura: raccoglie vissuti, memorie, emozioni, desideri, speranze dei detenuti, con loro trasferisce questo “materiale astratto” nella materia e nel colore, per poi portarlo fuori, come testimonianza alla città dell’esistenza viva di persone che non vogliono essere “dimenticate” e sono, con altri strumenti, cittadini del mondo. E’ quindi un movimento, un’esperienza circolare, dove il dentro e il fuori si toccano, sia fisicamente che emotivamente, e dove, attraverso la materia e la scrittura, anche solo per qualche attimo, destinato a dilatarsi nell’intimo di ognuno, si oltrepassano le barriere fisiche e si tende un filo delicato di comunicazione.